martedì 12 febbraio 2013

dalla Cina col furgone...CAPITOLO FINALE


Giorno 5
mi sveglio tutta vestita, con le lenti a contatto e le scarpe nel letto di un
albergo 2 stelle, meglio dell'altro ma mai come il primo, e senza troppe
domande mi fiondo in doccia.
oggi sto meglio, non sento piu la fame, posso farcela.

il tempo è umido e il cielo grigio ma questa è una prerogativa di tutta la
cina, arriviamo al tempio shaolin verso le 10.
altro che monaci. una manica di provoloni tutti rasati e vestiti uguali...
dopo aver assistito allo spettacolo che me pareva de sta' da costanzo,
decidiamo di capire meglio in cosa consistono questi famosi shaolin..

ah ecco, dietro la parte commerciale il vero tempio, la vera scuola. un misto
tra taiqi e kungfu, orde di bambini-monaci perfettamente disciplinati e
bravissimi a fare tutto. un parco immenso dentro il tempio con alberi secolari,
e io ho messo il dito nel buco del manaco shi lin. cioè non nel suo buco, nel
buco che lui avrebbe fatto con un dito su un albero per allenarsi bla bla bla e
insomma ci ho messo il dito pure io...per diventare fortissima..

tutto bello bello fino alla foresta delle pagode, tutti bambu e salici e
dentro tutti stupa non piu alti di 2 metri. Silenzio, profumo di legno, spiriti tra le fronde, sussurri del vento.

ormai si è fatto tardi, il treno parte alle 19 e dobbiamo ancora cenare con
la specialità delle 24 zuppe dell'henan che dio solo sa se non le volevo. e
infatti sono scappata al mercato dove tra topi cucinati e appena scuoiati e
chissa che altro (per me e ormai normale tutto cio...) trovo le agognate banane
eh....ME LE MANGIO!

una corsa fino al treno che ovviamente sta pertendo e noi sbagliamo
carrozza....ma inizia il viaggio al contrario e io, noi tutti volevamo finalmente
tornare a casa. 

Voglio solo tornare a casa, ho detto piu volte. E con casa intendevo proprio
Beijing. Si può stare così poco in un posto e considerarlo casa tua? al solo
pensiero di andare via già mi manca. per questo devo restare ancora..

lo so, il mio viaggio è piu fantozziano che altro ma per me è stato
importante nonostante tutto. e vaffanculo mi è piaciuto.

Incanto numero 1: aver visto di tutto e continuare ancora a stupirsi.

dalla Cina col furgone...CAPITOLO IV


giorno 3
sveglia alle 5.30...mi sento male, in effetti ho fame. La stretta allo stomaco aumenta quando affacciandomi alla finestra mentre il sole esita a sorgere vedo ombre di persone al crepuscolo che camminano verso i campi, ed altri già chini nelle risaie. 
Non è la fame, è il dubbio che si tratti di un altro dei miei momenti di catalessi trasognata, questa volta è triste e pregna di un senso di rassegnazione, ma è reale.

Almeno una banana, sono 3 giorni che non mangio...e la guida NO è TROPPO
LONTANO, DOBBIAMO PARTIRE PER LUOYANG, nooooooooooooooooo io ho fame cazzo
datemi da mangiare altrimenti bla bla bla...rivoglio i miei soldi brutti pezzi
di bal bla bla....avete capito figli di bla bla .....

e intanto le buone Tina e Daria riescono a sgattaiolare per procacciare
biscotti e succhi di frutta...
il viaggio per luoyang dura 4 ore, e dopo aver capito che in pullman non si
può dormire decido di fare tesoro di quello che vedono i miei occhi...campi di
riso, fiumi e laghi, barchette, case diroccate ma abitate in mezzo alla
campagna, e poverta. oh cielo quanta ne ho vista....Non ho fame, non voglio niente, anzi prendete tutto quello che ho, ma non ho niente. Conoscere le cose fa male, ma anche vivere con gli occhi chiusi. Sogno numero 10.000: la dura realtà.

Luoyang: città dell' henan che con un aggettivo si dice POLVEROSA. o anche
citta fantasma. solo polvere e nulla più.
in verità cose bellissime da vedere ma mal tenute. questi lordoni di cinesi
non hanno idea di cosa sia il restauro. noi restauriamo, loro rifanno.  nuovo è meglio di vecchio!
Comunque..temperatura 35 gradi, umidita 98%. ho fame ho sonno sono sporca.
ma arriviamo al tempio di Longmen: inizio a vedere pallettoni grigi per la
fame quindi non lo visito.

giorno4
mi riprendo in tempo per le grotte di Longmen, il mio sogno dopo l'esercito....
un fiume taglia in due la montagna. sui dorsi della montagna, e solo e soltanto statue ricavate dalla roccia della montagna stessa,
perfettamente cesellata e resa direi...umana.
figure divine di ogni dimensione, finchè...il buddha della pace. un ciccione
di pietra alto 17 metri. e dico 17 metri.
bellissimo, un'espressione ancora una volta umana, che ti guarda dall'alto e
ti dice: A BELLO CE L'HAI FATTA A VENI', EH?....minchia i brividi...

mentre il mio corpo perdeva gli ultimi liquidi rimasti percorriamo il ponte
che collega i due lati della montagna e dopo altri innumerevoli grotte
arriviamo io e Tina (le altre morte chissa sotto quale buddha
compassionevole...) al Tempio della montagna profumata.
per l appunto, per arrivare 200 gradini di pietra non è che sei tanto profumato..
chi abbandonava durate il percorso ,che affrontava la sfida con coraggio, chi
con astuzia, noi non so come ma alla fine siamo arrivate.

di nuovo i pallettoni grigi davanti ai miei occhi...via, maledetti, devo
vedere il tempio!!!
Ti, ci sei? ....si... aiuto sediamoci...chi è questo ma...parla con noi? ma
quale? vedo solo palle grige...
un monaco..."dovete essere stanche riposatevi, sedetevi qui.."
ci fa sedere su una terrazza e appena i pallettoni scompaiono torna la
vista...e che vista.

di fronte a me, che non so quanto in alto stavo, ma era tanto, il fiume e
dopo il dorso della montagna precedentemente visitato, di fronte a me il
ciccione di pietra e tutti i suoi amichetti di pietra alti 17 metri, ed il
rintocco della campana suonata a mano...ed io sudata, sporca, affamata, stanca,
felicissima che faccio? piango...Niente nella vita mi farà mai più sentire così, riconoscere il momento in cui si ritrova se stessi è l'esperienza più impossibile da vivere. Quante probabilità ci sono di assistere alla nemesi della propria vita di persona come se fosse un film? Quante persone possono realmente dire di aver vissuto un'esperienza di resurrezione senza morire? 
Io ho saputo chi sono nel tempio della Montagna Profumata 10 km a sud di Luoyang, davanti ad un Buddha di 17 metri tra la pietra e l'acqua.

Incanto numero 10.255: ciò che porti dentro di te, è visibile fuori da te?

dalla Cina col furgone...CAPITOLO III


...decidiamo di andare in cerca di Starbucks e ci incamminiamo (col taxi) verso il
centro di Xi'an.

L'antica capitale è ancora piu bella di notte. 
(come diceva il mio prof di traduzione che sbiascica l italiano NON COME BECHINO E NUOVA YORKA CHE E TUTTO IN CORSO DI LAVORARE) il contrasto tra il vecchio e il nuovo è di continuo sotto i miei occhi, da una parte megagrattacieli e dall altra pagode e templi ancora intatti. Tutto circondato dalle antiche mura.

Incontriamo un guidatore di risho, che come tutti i cinesi
si stupisce di vedere un 外国人, waiguoren, uomo dal paese di fuori, e ci intratteniamo
in una conversazione assolutamente variopinta per i toni del suo cinese cosi
diverso e del nostro cosi pechinese. Ma i modi sono universali per la cina ed
il maggior gesto per dimostrare che una persona ti e piaciuta e che hai gradito
trascorrere del tempo con lei e fare uno scambio di sigarette...e pensa che lui
ci ha dato tutto il pacchetto...questo è molto bene..Ci racconta dei suoi figli, del suo lavoro, del mondo di quando era giovane come noi e del mondo di ora così diverso, dove incontri uno straniero che parla la tua lingua e viene da un posto che forse si trova in Europa.

Dopo due ore di passeggiata , visita ai mercati notturni, ed il cappuccino di
Starbucks torniamo all' hotel da favola...incredule di tutto ciò...come in un bel sogno..

giorno 2
sveglia alle 6.30 colazione cinese con cipolle bollite verdure e uova. FAME.
non si mangia nulla e si parte per l esercito di terracotta. anzi...si doveva
partire alle 7.30 e si parte alle 9 perché due dannati vietnamiti non si
svegliano e ci fanno perdere tempo ad aspettarli...ed aspettarli...ed aspettarli....sento gli americani parlare di vietcong e mi blocco a fissare il giardino di sassi in stile feng shui poco distante da noi, immaginando come sia potuta essere una guerra negli anni 60 e come io avrei vissuto se fossi nata in quegli anni. Risposta: a fiori. Anzi sai cosa? Ma di che mi lamento tanto, ho voluto fare il viaggio avventuroso faccio tanto la ribelle e poi mi lamento che devo dormire scomoda e che non si mangia bene... altro che fiori, sarei stata una stupida viziata e ignorante che appezza solo il suo paese e le sue usanze perchè sono le sue. Come gli italiani che cercano le pizzerie in Cina. Cazzo sei in cina mangia cinese. No, questa non me la dovevi dire, io sono a fiori, e dormirò su letti scomodi e mangerò il loro cibo piccante e mi piacerà.
"ma ti sei incantataaa!??" urla Tina alle mie spalle, facendo di avvicinarmi che finalmente possiamo andare.
...Hai ragione sono incantata. Perchè vivo un incanto.
dopo 1 ora arriviamo al posto.

Quattro padiglioni di esposizione immensi.
Devo aspettare due minuti di raccoglimento interiore per rendermi conto
di quello che sta per succedermi. Avevo preso 30 all'esame di storia dell'arte perché conoscevo alla perfezione la figura dell'arciere, unico rimasto,
unico tra gli altri per la sua posizione, lo sguardo fiero e preciso poco prima dello scoccare della sua freccia, ed ora posso vederlo...

mi raccolgo, ed entro. piccoli passi, lentamente percorro la salitina sullo
scavo....e....come una fotografia che diventa sempre più nitida eccoli: ci sono
tutti. in file perfette, tutti come sulle foto del libro, i cavalli, i carri, i
soldati , proprio tutto..e poi laggiù in fondo lui...il mio arciere!
isolato perché diverso dagli altri, protetto in una gabbia di vetro, bellissimo, ma così bellissimo che io...vengo colta da quella che internet descrive come: una affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e allucinazioni in soggetti messi al cospetto di opere d'arte di straordinaria bellezza, specialmente se esse sono compresse in spazi limitati. La malattia, piuttosto rara, colpisce principalmente persone molto sensibili e fa parte dei cosiddetti “malanni del viaggiatore.
Mi limito a versare calde lacrime pensando a cosa potrei vedere o sentire se solo potessi toccare, sfiorare per un istante anche una a caso di quelle statue, le giade, le spade. Forse riceverei per infusione magica qualche saggezza ancestrale o vedrei scene di una vita passata nella nebbia di un mattino come nei sogni.
Ora posso morire.

Si insomma mi risveglio improvvisamente da questo nuovo sogno ad occhi aperti e finisce l'idillio. ci portano a dormire in un paesino a 40 km da Xi'an, in
campagna, solo contadini e riso. E povertà. E riso. E contadini. E se non l'ho detto povertà. Questo deve essere chiaro: la povertà.
la cena è la solita e malgrado l'incanto 68ino ispirato dai vietcong, non si tocca perché il pesce bollito di dubbia provenienza è davvero piccantissimo, e in 15
decidiamo di andare per le strade alla ricerca di arrosticini o banchetti di
frutta su spiedo.

Ma niente, questa non è una città e alle nove di sera tutti dormono e le poche botteghe sono chiuse. Veniamo colti dallo sconforto e torniamo a dormire nella topaia,
vestiti, senza lavarci perché l' acqua scorre marrone dal rubinetto.... con un certo senso di vuotezza per molti del corpo, per altri dello spirito. Incanto della notte numero 9874, circa.

lunedì 4 febbraio 2013

dalla Cina col furgone...CAPITOLO II


ore 06.00 del mattino.
arriviamo a Xi'an, che oltre ad essere la prima capitale della Cina e dunque
ricca di monumenti e storia, e' anche la città più glamour dell'Asia tutta, e
questo ci attira ancora di più.
ci aspettano le guide, tra cui Mafalda dei Peanuts, ed un gruppone di
studenti che partecipano al nostro stesso viaggio: thailandesi, vietnamiti,
coreani americani che non mancano mai. Gli americani sono degli imbecilli si ubriacano tutto il giorno tutti i giorni, poi si fanno drogare come il mio vicino di stanza Andrew che dopo una notte brava si è ritrovato nella sua stanza in mutande derubato di tutte le sue cose. Se questi occhi non l'avessero visto non ci avrei creduto.

Comunque mi risveglio dal ricordo di Andrew in mutande con indosso il mio pigiama rosa e vedo che ci portano in un albergo 5 stelle e ci dicono: questo e solo un appoggio,
magari non toccate niente perché poi ci spostiamo presto in un altro...grazie per la
collaborazione..
e noi: SI.

Non per fare gli italiani della situazione, ma facciamo proprio gli italiani della situazione e non facciamo in tempo ad entrare che reduci dalla sozzura del treno e dimentiche dello spirito d'avventura non vediamo l'ora di:
-azionare l'idromassaggio, 
-bere tutto quello che contiene il frigobar, 
-usare tutti gli asciugamani
-tutti i saponi 
-tutti gli spazzolini 
-e perfino il set depilatorio offerti dall'hotel, 
-buttarci su morbidi letti candidi e profumati 
-e dormire!


Inizia il giro della città e visitiamo il tempio della grande pagoda gialla,
sette piani di morbidezza di gradini di legno cigolanti, monaci per le scale
che ti fanno mille domande e tu vuoi solo una cosa: la cima.
grandi storie si raccontano intorno alla pagoda gialla, che all interno del
suo stupa siano contenute le dita di buddha, che quelle che si vedono siano le
vere orme del monaco tang dang, etc etc posso dire solo che non abbiamo potuto
vedere le dita, quindi mi sono accontentata delle orme e della vista dall'alto di qualcosa di molto new-tech anni 80: dall'alto della pagoda si vede la piazza del drago doro, dove ci sono tutte fontane che schizzano a tempo di musica, con un gioco di luci e ombre molto come dire..si anni 80!

poi di nuovo albergo, la cena era terrificante, la cucina dello shaanxi fa cagare, posso dirlo. 
Si si lo dico. 

dalla Cina col furgone.. CAPITOLO I


Non c'è tempo per pensare, capire, analizzare; non devo stupire, sconvolgere, rivelare o nascondere niente. Ti ci butto dentro, qui nella mia storia e tu sarai con me e guarderai con i miei occhi perché non posso dire niente oggi che possa impressionarti più di quello che avrai visto nel mio passato.


Sono in Cina, corre l'anno 2006 e sono giovane, curiosa e non vedo l'ora.

Dal primo al 7 maggio si festeggia in Cina la festa dei lavoratori, così io e gli altri studenti dell'università di Pechino abbiamo una bella vacanza da organizzare. Io e quattro amiche decidiamo che vogliamo vedere la Cina interna ed intraprendere il viaggio con un treno a carbone -come quelli del far-west costruiti da quelli del far- east, ci aspettiamo campagna, villaggi, risaie, cinesi sdentati col cappellino a punta e cibi caserecci prelibati.

Zaino in spalla e minimo indispensabile partiamo all'ombra di un salice
piangente alle ore 16.30 del giorno 1.

giorno 1
sapendo che da pechino a xi'an sono come minimo 14 ore di treno a carbone
decidiamo di prendere la cuccetta coi letti, per garantirci sicurezza, tranquillità ed una certa privacy.
"non c e problema!" il simpatico omino dell'agenzia viaggi..ma una volta
salite sul treno il problema si presenta enormemente inaspettato ai nostri spauriti
occhioni: no cuccette, no porte, no privacy....solo letti a castello in file da tre tutti uniti senza
divisorio, in allegra condivisione col tuo vicino che nella migliore delle ipotesi si degna di fumare vicino al finestrino. 
Siccome siamo persone estremamente avventurose e non ci spaventa nulla decidiamo di proseguire in viaggio all'avventura, con l'anima in spalle.

passiamo queste 14 ore in compagnia dei nostri vicini del Sichuan, la regione dei quattro fiumi dove le persone mangiano piccante e sono abbronzati, sguaiati e socievoli.
Parlano un cinese/barese e non vogliono capire che le figure delle carte
napoletane sono numeri...e siamo addirittura riuscite a giocare all'uomo nero
(ribattezzato da Tina LA MINCHIA DEL TAMARRO).
Il viaggio è estenuante, il sonno tanto lo schifo troppo. e dopo un pasto
insoddisfacente a base di riso e zuppa di tofu ...ci
ritiriamo nell'ombra tra gli sputazzi e le puzze dei cinesi...
Dormiamo in una situazione di imbarazzante promiscuità con controllori che puntano torce accecanti in faccia per assicurarsi che....non so in effetti, direi per svegliarti...