...decidiamo
di andare in cerca di Starbucks e ci incamminiamo (col taxi) verso il
centro
di Xi'an.
L'antica capitale è ancora piu bella di notte.
(come diceva il mio prof
di traduzione
che sbiascica l italiano NON COME BECHINO E NUOVA YORKA CHE E TUTTO IN
CORSO DI LAVORARE) il contrasto tra il vecchio e il nuovo è di
continuo sotto i
miei occhi, da una parte megagrattacieli e dall altra pagode e templi
ancora intatti. Tutto
circondato dalle antiche mura.
Incontriamo
un guidatore di risho, che come tutti i cinesi
si
stupisce di vedere un 外国人,
waiguoren,
uomo dal paese di fuori, e ci intratteniamo
in
una conversazione assolutamente variopinta per i toni del suo cinese
cosi
diverso
e del nostro cosi pechinese. Ma i modi sono universali per la cina ed
il
maggior gesto per dimostrare che una persona ti e piaciuta e che hai
gradito
trascorrere
del tempo con lei e fare uno scambio di sigarette...e pensa che lui
ci
ha dato tutto il pacchetto...questo è molto bene..Ci racconta dei suoi figli, del suo lavoro, del mondo di quando era giovane come noi e del mondo di ora così diverso, dove incontri uno straniero che parla la tua lingua e viene da un posto che forse si trova in Europa.
Dopo
due ore di passeggiata , visita ai mercati notturni, ed il cappuccino
di
Starbucks
torniamo all' hotel da favola...incredule di tutto ciò...come in un
bel sogno..
giorno
2
sveglia
alle 6.30 colazione cinese con cipolle bollite verdure e uova. FAME.
non
si mangia nulla e si parte per l esercito di terracotta. anzi...si
doveva
partire
alle 7.30 e si parte alle 9 perché due dannati vietnamiti non si
svegliano
e ci fanno perdere tempo ad aspettarli...ed aspettarli...ed
aspettarli....sento gli americani parlare di vietcong e mi blocco a
fissare il giardino di sassi in stile feng shui poco distante da noi,
immaginando come sia potuta essere una guerra negli anni 60 e come io
avrei vissuto se fossi nata in quegli anni. Risposta: a fiori. Anzi
sai cosa? Ma di che mi lamento tanto, ho voluto fare il viaggio
avventuroso faccio tanto la ribelle e poi mi lamento che devo dormire
scomoda e che non si mangia bene... altro che fiori, sarei stata una
stupida viziata e ignorante che appezza solo il suo paese e le sue
usanze perchè sono le sue. Come gli italiani che cercano le pizzerie
in Cina. Cazzo sei in cina mangia cinese. No, questa non me la dovevi
dire, io sono a fiori, e dormirò su letti scomodi e mangerò il loro
cibo piccante e mi piacerà.
"ma
ti sei incantataaa!??" urla Tina alle mie spalle, facendo di
avvicinarmi che finalmente possiamo andare.
...Hai
ragione sono incantata. Perchè vivo un incanto.
dopo
1 ora arriviamo al posto.
Quattro
padiglioni di esposizione immensi.
Devo
aspettare due minuti di raccoglimento interiore per rendermi conto
di
quello che sta per succedermi. Avevo preso 30 all'esame di storia
dell'arte perché conoscevo alla perfezione la figura dell'arciere,
unico rimasto,
unico
tra gli altri per la sua posizione, lo sguardo fiero e preciso poco
prima dello scoccare della sua freccia, ed ora posso vederlo...
scavo....e....come
una fotografia che diventa sempre più nitida eccoli: ci sono
tutti.
in file perfette, tutti come sulle foto del libro, i cavalli, i
carri, i
soldati
, proprio tutto..e poi laggiù in fondo lui...il mio arciere!
isolato
perché diverso dagli altri, protetto in una gabbia di vetro,
bellissimo, ma così bellissimo che io...vengo colta da quella che
internet descrive come: una
affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capogiro, vertigini,
confusione e allucinazioni in soggetti messi al cospetto di opere
d'arte di straordinaria bellezza, specialmente se esse sono compresse
in spazi limitati. La malattia, piuttosto rara, colpisce
principalmente persone molto sensibili e fa parte dei cosiddetti
“malanni del viaggiatore.
Mi
limito a versare calde lacrime pensando a cosa potrei vedere o
sentire se solo potessi toccare, sfiorare per un istante anche una a
caso di quelle statue, le giade, le spade. Forse riceverei per
infusione magica qualche saggezza ancestrale o vedrei scene di una
vita passata nella nebbia di un mattino come nei sogni.
Ora
posso morire.
Si
insomma mi risveglio improvvisamente da questo nuovo sogno ad occhi
aperti e finisce l'idillio. ci portano a dormire in un paesino a 40
km da Xi'an, in
campagna,
solo contadini e riso. E povertà. E riso. E contadini. E se non l'ho
detto povertà. Questo deve essere chiaro: la povertà.
la
cena è la solita e malgrado l'incanto 68ino ispirato dai vietcong, non
si tocca perché il pesce bollito di dubbia provenienza è davvero
piccantissimo, e in 15
decidiamo
di andare per le strade alla ricerca di arrosticini o banchetti di
frutta
su spiedo.
Ma
niente, questa non è una città e alle nove di sera tutti dormono e
le poche botteghe sono chiuse. Veniamo colti dallo sconforto e
torniamo a dormire nella topaia,
vestiti,
senza lavarci perché l' acqua scorre marrone dal rubinetto.... con un
certo senso di vuotezza per molti del corpo, per altri dello spirito. Incanto della notte numero 9874, circa.
Nessun commento:
Posta un commento